L'istruzione
di base per
promuovere lo sviluppo
Diminuire
l'analfabetismo a favore della cultura e dell'economia
Di
Marco Fantoni
Con questo progetto Caritas Ticino, continua la collaborazione con il Ruanda
ed in modo particolare con la Caritas di Gikongoro, diretta dall'Abbé
Emmanuel Twagirayezu. In effetti, nel 1998 e 1999 abbiamo sostenuto, in collaborazione
con la Parrocchia di Giubiasco, il progetto per il sostegno a 450 allievi delle
scuole secondarie. In un primo momento la Caritas Gikongoro aveva lasciato intendere
di voler richiedere il sostegno per la continuazione di questo tipo di azione,
ma poi ha scelto di aiutare, sempre nel campo dell'educazione, quella fascia
di giovani che la scuola non l'hanno mai frequentata.
Si prevede, in effetti, di istruire 1000 giovani tra i 13 ed i 15 anni d'età
per la durata di due anni, nella scrittura, lettura e nel calcolo. Lo scopertine/copo
è quello di diminuire il tasso d'analfabetismo nella regione di Gikongoro.
Si tratta in effetti della zona più povera del Paese. Uno dei fattori
che favorisce questa situazione è l'analfabetismo. Il 49% della popolazione
della Prefettura non sa né leggere né scrivere. Questa situazione
è peggiorata dall'aprile del 1994, dopo il genocidio quando molti bambini
hanno abbandonato le scuole.
Le ragioni sono molteplici; i genitori, pure loro analfabeti, non sono motivati
nel mandare i loro figli a scuola; la povertà, la regione di Gikongoro
è povera anche a seguito del terreno acido e accidentato. Le statistiche
indicano che il 72% dei fuochi famigliari sono vulnerabili e che il 26% trascorre
attualmente un giorno senza mangiare, il 16% due giorni interi senza mettere
niente sotto i denti. I casi di malnutrizione grave riguardano il 13% dei bambini.
Non soltanto la fame impedisce ai bambini di andare a scuola, ma anche la mancanza
di materiale scolastico e delle divise. Situazioni maggiormente riscontrabili
tra gli orfani vittime del genocidio e dai nuovi rimpatriati; la distanza tra
l'abitazione e la scuola. Molti bambini si scoraggiano facilmente quando sono
obbligati a percorrere 10 chilometri al giorno. Abbandonano la scuola soprattutto
durante la stagione delle piogge; lo stato di prigionia dei genitori. Anche
questo è un fattore importante. Dopo il genocidio del 1994, i presunti
colpevoli sono stati incarcerati. I bambini sono dunque costretti a portar loro
il cibo ogni giorno; il rimpatrio massiccio dei rifugiati. I bambini che avevano
trascorso più di due anni all'estero (Congo, Tanzania, Burundi) non solo
avevano un complesso a riprendere l'anno frequentato nel 1994, ma anche un problema
di materiale. Si sono allora messi a coltivare o a fare qualche piccolo lavoro
rimunerato nelle piantagioni di tè, alcuni sono diventati piccoli delinquenti.
Oltre ai citati motivi, che hanno favorito l'analfabetismo e l'abbandono delle
scuole, bisogna aggiungere un altro fenomeno. La mancanza di motivazione negli
insegnanti nell'esercitare la loro professione di educatori, poco pagata da
una parte e la loro bassa qualifica dall'altra.
La Caritas diocesana di Gikongoro, dopo aver constatato queste difficoltà,
dal luglio 1998 (3.200 bambini recensiti in 3 parrocchie), ha pensato d'intervenire
per ridurre il crescente tasso d'analfabetismo. Ha valutato dunque un numero
sperimentale di 1000 allievi provenienti dalle parrocchie di Cyanika, Gikongoro
e Mbuga dove sono stati incaricati 25 insegnanti che si occuperanno dell'istruzione.
Il costo totale previsto, per due anni, è di circa USD 40'000 e prevede
i salari dei docenti e il materiale necessario per l'insegnamento e per gli
allievi. Le parrocchie metteranno a disposizioni le classi, i banchi e si occuperanno
del loro mantenimento. Le lezioni si svolgeranno su tutto l'arco dell'anno,
dal lunedì al venerdì tra le ore 14 e le ore 17.
Un altro piccolo tassello nell'opera educativa di una Caritas diocesana che
si trova a dover far fronte a diverse situazioni di povertà. In effetti,
altre sono state le richieste pervenuteci dall'Abbé Emmanuel, da progetti
di sviluppo agricolo e di allevamento a progetti d'integrazione etnica o di
sostegno ai carcerati. Progetti specifici che abbisognano di una conoscenza
precisa della situazione e delle possibilità di reale successo delle
varie iniziative.
Caritas Ticino ha deciso di sostenere questo tipo di progetto nel settore dell'educazione,
nella continuità dell'aiuto all'infanzia, in seguito anche alle donazioni
specifiche ricevute. Riteniamo infatti che lo sviluppo di un paese passi soprattutto
attraverso l'educazione di base delle nuove generazioni che, pur consapevoli
dell'esperienza del passato, possono tentare di garantire al paese un futuro
con rischi inferiori, grazie appunto alla conoscenza sempre maggiore delle proprie
realtà.
Sicuramente uno sforzo visto a medio e lungo termine, in quanto l'esperienza
data dal precedente progetto ha lasciato intendere che le strade da percorrere
non sono così semplici e che il rischio di dipendenza dall'estero è
sempre forte. Molto starà nella convinzione delle giovani generazioni
di poter sfruttare quelle (poche) occasioni che si presenteranno per poter togliere
il proprio paese da un pantano che fa fatica ad asciugare.